Il produttore di mattoncini in plastica Lego ha chiuso l’esercizio 2019 con un giro d’affari di 38,5 miliardi di corone danesi (circa 5,1 miliardi di euro) in crescita del +6% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile operativo è aumentato di un punto percentuale a 10,8 miliardi di corone e l’utile netto è ammontato a 8,3 miliardi di corone, con un incremento del +3% rispetto al 2018. Le vendite sono cresciute su tutti i mercati, anche se con diverse velocità: a cifra singola in Europa occidentale e nelle Americhe; a doppia cifra in Cina.
Il CEO Niels B Christiansen si è dichiarato soddisfatto dei risultati: “Abbiamo performato meglio rispetto all'industria del giocattolo e incrementato le vendite al consumo e le quote di mercato in tutti i principali mercati - ha commentato -. Siamo anche entrati in nuovi mercati, che ci hanno aiutato nell'obiettivo di portare i nostri giochi educativi per la prima volta a molti bambini”.
Lego ha confermato l'impegno verso la sostenibilità, utilizzando energie rinnovabili nei suoi impianti (prodotte o acquistate per l’intero fabbisogno) e puntando su materiali sostenibili per giocattoli e imballaggi - ed eliminando quelli monouso - come parte di un piano che traguarda il 2025 (leggi articolo). L'anno scorso, per esempio, ha lanciato il programma Replay per il riuso dei mattoncini in ABS previa selezione e una accurata pulizia (leggi articolo).
Il gruppo danese registra anche un cambio alla presidenza, con Thomas Kirk Kristiansen - che rappresenta la quarta generazione della famiglia del fondatore - che prende il posto di Jorgen Vig Knudstorp, già CEO del gruppo, che mantiene un posto nel board con responsabilità dello sviluppo strategico del marchio.
Staff EimTech