Un recente studio pubblicato da Unioncamere mette in luce uno dei paradossi del nostro paese: migliaia di neolaureati sbarcano il lunario con lavori precari e sottopagati, mentre le aziende faticano a trovare personale qualificato da inserire in azienda.
SERVONO MA NON SI TROVANO. Le imprese hanno assunto o stanno cercando 467mila “dottori” e 1,4 milioni tra tecnici e diplomati. Laurea o diploma valgono infatti la metà dei contratti di lavoro che le imprese hanno già stipulato o intendono stipulare entro fine anno. La laurea è richiesta, quindi, per circa 1 posto di lavoro su 10 mentre ai diplomati è destinato oltre un terzo delle opportunità. Ma non tutti i diplomi sono uguali.
Le imprese fanno fatica a trovare 1 laureato su 3, cioè 151mila figure complessive, e questo per due ragioni: il primo riguarda il “gap di offerta”, ovvero le professioni specializzate e tecniche ricercate sono molto richieste e le imprese non sono in grado di coprire le proprie esigenze con l’offerta presente sul mercato, aspetto segnalato da oltre la metà delle aziende interpellate. La seconda ragione, indicata dal 38% degli imprenditori, riguarda invece il “gap di competenze”, legato alla formazione non adeguata o alla mancanza della necessaria esperienza.
I PIÙ DIFFICILI DA TROVARE. Secondo i ricercatori, i laureati a indirizzo linguistico sono i più difficili da trovare: 8mila figure su 15mila previste in entrata comportano problemi di reperimento (il 57%). Quasi la stessa difficoltà di ricerca (55%) riguarda i laureati dell’indirizzo ingegneria elettronica e dell’informazione, con ben altri numeri: la stima è di 25mila ricerche problematiche su un totale di 45mila.
Anche i laureati in ingegneria industriale sono tra i più “introvabili”, tanto che le imprese faticano a reperire quasi metà di quelli xche vorrebbero assumere. Seguono i laureati in campo scientifico-matematico-fisico (il 40% dei quali difficili da reperire) e quelli in ingegneria gestionale e altri indirizzi minori di ingegneria (un po’ più di un terzo “introvabili”).
CARENZA DI PERITI. Le aziende trovano difficoltà a reperire anche diplomati con formazione tecnica, a partire dall'indirizzo amministrativo, finanza e marketing. I contratti attivati per questo profilo nel 2017 dovrebbero essere 252mila, vale a dire il 18% della richiesta complessiva di diplomati. Opportunità di lavoro rilevanti anche per l’indirizzo meccanico, meccatronico e dell’energia e di quello elettronico-elettrotecnico: sono 128mila i contratti per i primi e 78mila per i secondi. Rilevante anche la richiesta di diplomati a indirizzo trasporti e logistica (44mila) e informatica e telecomunicazioni (40mila).
UNO SU 5 DIFFICILE DA ASSUMERE. Secondo le imprese interpellate dai ricercatori, un diplomato su 5, per complessivi 290mila contratti da stipulare, non sarà semplice da trovare. In questo caso il problema più frequente è legato alle competenze ritenute non adeguate (interessa il 48% degli inserimenti previsti), mentre il “gap di offerta” spiega il 42% delle difficoltà.
I più difficili da reperire sono i diplomati in informatica e telecomunicazioni (il 45% delle ricerche presenta questa problematica), quindi i diplomati in elettronica-elettrotecnica (37%). Al terzo posto della graduatoria, i diplomati con indirizzo meccanica-meccatronica-energia, con problemi di reperimento nel 35% dei casi.
© Polimerica - Riproduzione riservata
Dario Amodio