Incentivi fiscali per 13 miliardi di
euro, con effetto leva di 4-5 volte, per recuperare terreno sui competitor
europei. Arriva l’iperammortamento al 250%.
Il Governo metterà sul
piatto per Industria 4.0 tredici miliardi di euro da qui al 2020, con una leva
di 4-5 volte sugli investimenti privati: l’obiettivo è incrementare già l’anno
prossimo di 10 miliardi di euro gli investimenti delle imprese, portandoli da
80 a 90 miliardi di euro.
“Abbiamo controllato, è
il più grande piano su Industria 4.0 mai varato, ed è stato pensato per dare
fiducia alle imprese: saranno gli imprenditori a decidere come e dove
investire; noi metteremo la metà delle risorse, le altre le dovrete mettere voi
- ha spiegato il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda durante
la presentazione del Piano nazionale Industria 4.0 avvenuta questo pomeriggio
al Museo Leonardo da Vinci di Milano. "È una sfida culturale, politica
oltre che economica”.
CABINA DI REGIA. Calenda ha indicato gli elementi di novità rispetto ai precedenti
programmi di politica industriale, a partire dalla Cabina di regia che
coordinerà il piano: “Si riunirà periodicamente e, come in ogni azienda, la
verifica sarà spietata, per cambiare ciò che non funziona”, ha aggiunto Calenda
alla platea di giornalisti e imprenditori che affollava la sala.
“Con Industria 4.0 abbiamo abbandonato il metodo degli incentivi a bando,
retaggio del secolo passato - ha sottolineato Calenda -. Non diremo più alle
imprese come e dove investire: tutto il piano è basato su incentivi fiscali
orizzontali, che possono essere attivati dalle imprese senza dover presentare
domande, e senza che siano richiesti timbri o approvazioni. Non daremo più
incentivi a bando per ricerca e innovazione perché portano a sprechi e non
funzionano”.
VERSO INDUSTRIA 4.0. Il piano presentato oggi entrerà nella prossima
Legge di bilancio e sarà operativo dai primi giorni del 2017, per proseguire
fino al 2020, quindi con un orizzonte di medio periodo. L’obiettivo è non far
perdere al nostro paese il treno verso la quarta rivoluzione industriale,
cercando di recuperare il gap accumulato negli ultimi anni nei confronti di
paesi come la Germania, che si è dotata di strumenti analoghi già quattro anni
fa.
Gli obiettivi del Governo sono ambiziosi: vuole stimolare investimenti privati
per 10 miliardi di euro (da 80 a 90 miliardi) già nel corso del prossimo anno,
con un effetto leva di 4-5 volte rispetto ai fondi pubblici stanziati, oltre a
11,3 miliardi di spesa privata in Ricerca e Sviluppo fino al 2020. Ulteriori
2,6 miliardi potranno arrivare da investimenti privati in capitale di rischio.
INCENTIVI PER 13 MILIARDI. A questo scopo - ha spiegato Calenda -
sono previsti incentivi fiscali orizzontali per 13 miliardi di euro, non tutti di
competenza della legge di bilancio 2017, nonché misure di sostegno al venture
capital, con possibilità di investimenti in compartecipazione con Cassa
Depositi e Prestiti (CDP).
In dettaglio, viene confermato per tutto il 2017 il superammortamento al 140%,
con un ulteriore “iperammortamento” del 250% per i beni connessi a
Industria 4.0; è stato inoltre allungato il periodo di applicazione, per dare
la possibilità alle imprese di fare investimenti più consistenti. Il piano
prevede anche una modulazione del credito di imposta per ricerca e innovazione,
che sarà di tipo incrementale e non storico. L’aliquota relativa alla spesa
interna per R&D è stata portata al 50%, con un credito d’imposta massimo
che sale da 5 a 20 milioni di euro. Confermati anche gli incentivi agli
acquisiti di beni strumentali (Nuova Sabatini).
FORMAZIONE E COMPETENZE. Oltre agli incentivi, saranno finanziate la
formazione, per creare le competenze necessarie, e la nascita di Competence
Center sul territorio nazionale: i primi saranno attivati dalla Scuola
Sant’Anna, dai Politecnici, dalle università venete che si sono consorziate a
questo scopo, dall’Università di Bologna e dalla Federico II di Napoli; a
questi si affiancheranno Digital innovation hub creati dalle imprese. Nel
complesso, saranno interessati circa 200mila studenti universitari e tremila
manager, mentre il numero degli iscritti agli istituti tecnici focalizzati su
Industria 4.0 sarà quanto meno raddoppiato per fornire alle imprese le
competenze necessarie.
RETI E INFRASTRUTTURE. Per quanto concerne le infrastrutture abilitanti,
senza le quali Industria 4.0 non può decollare nel nostro paese, l’obiettivo è
coprire il 100% del territorio nazionale con la banda larga (30 Mbps) entro il
2020, che sarà ultralarga (100 Mbps) in almeno un’azienda su due. Il programma
è già in corso e sarà ulteriormente rafforzato.
A supporto del piano sono previsti ulteriori 900 milioni di euro per il
rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia, 1 miliardo di euro per i
contratti di sviluppo per investimenti su Industria 4.0 e 100 milioni di euro
sul retail digitale (Piano Made in Italy). Il Governo supporterà inoltre con1,3
miliardi di euro le misure per lo scambio salario-produttività, con un
incremento degli incentivi per le imprese.
Alla presentazione del
piano è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha
sottolineato come l’Italia abbia di fronte un futuro straordinario, ma bisogna
cambiare mentalità e tornare a pensare al nostro come ad un paese di
opportunità. Il piano - ha aggiunto - funzionerà se l’Italia accetterà la sfida
del cambiamento.
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Staff EimTech